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Può caratterizzare la discriminazione indiretta, una misura che colpisce una percentuale significativamente più alta di persone dello stesso sesso.

Dopo una sentenza del 6 giugno 2012, la Corte di Cassazione fornisce un nuovo esempio di discriminazione indiretta, nei confronti di persone dello stesso sesso.
Nel caso di specie si trattava di una lavoratrice part-time, che era andata in pensione, ma che non aveva potuto beneficiare di un’indennità integrativa di quiescenza, in quanto il suo lavoro part-time non le permetteva di avere il numero di ore lavorate qualificanti per tale prestazione.
Per la Cassazione, confermando la decisione dei giudici di merito, il fatto di subordinare ad un numero minimo di ore lavorative la fruizione dell’indennità di quiescenza integrativa, caratterizza una violazione del principio di parità retributiva tra i generi, nella forma di discriminazione indiretta nei confronti delle donne, poiché tale condizione comporta l’esclusione, senza obiettiva giustificazione, di un numero significativo di esse, che lavorano a tempo parziale, e in proporzione, molto superiore a quello degli uomini.
Studio Legale DAMY 2022