Tempo di lettura stimato (in minuti)

Mansioni, bonus, ferie, orari di lavoro… Il dipendente ha nel suo contratto di lavoro alcune clausole importanti che può e deve far indicare.

 

La sua funzione e i dettagli dei compiti

È nell’interesse del dipendente specificare la sua posizione nel contratto di lavoro, nonché i dettagli delle mansioni che sarà tenuto a svolgere. Se il datore di lavoro desidera menzionare nel contratto di lavoro che questi compiti possono evolversi in base alle esigenze dell’azienda, o se specifica che l’elenco dei compiti non è esaustivo, ciò non gli conferisce tutti i diritti in termini di modifica dei compiti.
Se può aggiungere compiti relativi alla qualifica professionale del dipendente (ad esempio, far lavorare una commessa nel reparto collant del reparto abbigliamento maschile), invece, non può assegnargli compiti del tutto estranei alla sua qualifica . professionale: ad esempio, affidare a un imbianchino il solo compito di pulire i pavimenti di un cantiere.Il datore di lavoro, inoltre, non può rimuovere responsabilità importanti dal dipendente, come, ad esempio, rimuovere compiti relativi al merchandising e al marketing dal direttore del negozio. In questo caso si tratterebbe di una modifica del contratto di lavoro.

Il loro status e la classificazione professionale

Il lavoratore deve inoltre chiarire il suo status (lavoratore, impiegato, dirigente, ecc.), e soprattutto la sua inquadramento professionale (grado, livello gerarchico, ecc.), poiché questi elementi determinano talvolta un certo numero di diritti. Ad esempio, nei contratti collettivi o negli accordi aziendali, esistono tabelle salariali applicabili in base alla classificazione del dipendente. In linea di principio, il datore di lavoro non può pagare una retribuzione inferiore all’importo della retribuzione indicato nella tabella salariale. Nel caso in cui esista un contratto collettivo (cosa che non sempre avviene), il datore di lavoro deve indicare quale si applica nel contratto di lavoro. Se il datore di lavoro non lo indica, è nell’interesse del lavoratore che lo specifichi affinché le cose siano chiare.

 

La sua retribuzione e gli elementi salariali

Innanzitutto il lavoratore deve verificare che il datore di lavoro indichi nel contratto di lavoro la sua retribuzione lorda, e non solo la retribuzione netta da corrispondere. Ciò gli consentirà infatti di verificare se tale retribuzione lorda corrisponde a quella indicata nella tabella salariale del contratto collettivo (nel caso in cui esista) poiché le somme vi sono menzionate al lordo.
In secondo luogo, se durante la trattativa è stato previsto che il dipendente beneficerà, oltre allo stipendio base, di bonus (ad esempio, tredicesima o bonus oggettivo), di benefici in natura (autoveicolo aziendale, telefono o laptop, per esempio), o anche un aumento di stipendio dopo un certo numero di mesi di presenza, è nel suo interesse che tutto ciò sia chiaramente indicato nel suo contratto di lavoro per fornire prova in caso di problemi. È inoltre nell’interesse del dipendente specificare il numero di ferie retribuite che acquisterà per mese lavorato, nonché il numero di giorni RTT a cui avrà diritto mensilmente.

Il suo orario di lavoro

La durata del lavoro deve essere specificata nel contratto di lavoro: questo è un elemento molto importante, fatta eccezione per i dirigenti apicali che non sono soggetti alla durata legale del lavoro. Per quanto riguarda l’orario di lavoro, sappi che non si tratta di una dichiarazione obbligatoria, fatta eccezione per i contratti di lavoro part-time. È comunque opportuno specificare l’orario di lavoro applicabile per evitare eventuali difficoltà successive riguardanti gli orari di arrivo e partenza o la durata delle pause pranzo.
Se l’orario di lavoro costituisce, per ragioni personali o familiari, elemento determinante del proprio impegno all’interno dell’azienda, il lavoratore ha tutto l’interesse a che venga indicato nel proprio contratto di lavoro per evitare qualsiasi ambiguità con il datore di lavoro.

Clausole specifiche

Il dipendente può avere alcune clausole specifiche specificate nel suo contratto di lavoro. Ad esempio, se il datore di lavoro vuole proporgli una clausola di non concorrenza, che si applicherà dopo la risoluzione del contratto di lavoro e che gli vieterà di lavorare per un concorrente, il dipendente ha interesse a garantire che tale clausola sia la più a lui favorevole, vale a dire che sia limitato nel tempo o nello spazio e che sia prevista una compensazione finanziaria. Se il dipendente ritiene che la sua posizione o che gli interessi dell’azienda non giustifichino un patto di non concorrenza, dovrà negoziarne il ritiro. Per quanto riguarda le clausole relative alla notifica legale del licenziamento o delle dimissioni, il lavoratore può specificare nel contratto di lavoro quale sarà la loro durata.Può, se ne vede l’interesse, negoziare con il datore di lavoro una clausola di preavviso di licenziamento che sia la più lunga possibile in relazione a quanto previsto dal contratto collettivo o, ove applicabile, dal codice del lavoro. Per la comunicazione delle dimissioni può anche provare a negoziare con il datore di lavoro una durata inferiore a quella prevista dal contratto collettivo applicabile.

 

Studio Legale DAMY , Nizza, Clausole and contract of lavoro, Aggiornato al 2022