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Caso Corbis Sygma Sorprendentemente, la Corte di Cassazione non ha ratificato la sentenza della Corte d’Appello di Parigi that with stabilito che l’agenzia di stampa Corbis Sygma aveva commesso un atto di contraffazione per aver digitalizzato e diffuso le foto di un fotografo senza  il   suo  permesso  .

La valuation della Corte sula violazione nel caso Corbis Sygma:-

La Corte di Cassazione, con mossa a sorpresa, ribalta la sentenza della Corte d’Appello di Parigi relativa alla presunta violazione commessa dall’agenzia di stampa Corbis Sygma. L’agenzia aveva scansionato e distribuito foto senza il permesso del fotografo.

Nella sentenza del 30 maggio 2012, la Corte di Cassazione insiste sulla necessità di esaminare le specificità del contratto e del mandato ricevuto dall’agenzia per la commercializzazione delle immagini. Il tribunale sottolinea l’assenza di una clausola relativa allo sfruttamento digitale e sollecita la Corte d’appello a esaminare le disposizioni contrattuali e l’intenzione di consentire ai potenziali acquirenti di visualizzare le immagini.

Le complessità del contratto e dello sfruttamento digitale  : –

The Corte di cassazione si astiene dal pronunciarsi sulla questione se l’operato dell’ente costituisca o meno un illecito. Ordina invece alla Corte d’Appello di esaminare l’economia del contratto tra Corbis Sygma e il fotografo, perché non ne prevedeva lo sfruttamento digital al momento della sua creazione nel 1995.

Corbis Sygma, ora in liquidazione coatta amministrativa, with licenziato il fotografo per motivi economici. Tuttavia, è stato raggiunto un accordo tra le parti per lo sfruttamento degli archivi di immagini. Secondo l’accordo, l’agenzia pagherebbe al fotografo il 25% delle entrate  generate  dagli archive.

Il caso si complica perché l’agenzia ha perso 753 foto dell’ex dipendente e ha provveduto a commercializzare sul proprio sito altre foto senza ottenere dal fotografo l’autorizzazione alla digitalizzazione o alla diffusione su Internet.

La sentenza della Corte di Cassazione sottolinea l’importanza di analizzare gli accordi contrattuali e tenere conto dell’evoluzione della tecnologia nei casi di sfruttamento digitale. Sottolinea la necessità di una valutazione completa delle circostanze relative alla presunta violazione e dell’intento delle parti coinvolte.

Spetta, in definitiva, alla Corte d’Appello riesaminare il caso, tenendo conto degli aspetti contrattuali e stabilire se l’operato dell’agenzia costituisca contraffazione o rientri nell’ambito del mandato ricevuto per il marketing d’immagine.