Colpa della vittima: esonero parziale o totale dell’autore del reato
L’articolo 1240 del Codice civile stabilisce il principio del risarcimento integrale dei danni.
Tuttavia, l’articolo 1241 dello stesso Codice stabilisce che la colpa della vittima è causa di esonero parziale o totale dell’autore del reato.
Pertanto, la combinazione di questi due articoli può portare all’esonero parziale o totale dell’autore del reato quando la vittima ha commesso una colpa o ha agito in modo negligente o imprudente.
La giurisprudenza in materia è molto ampia.
Maître DAMY, avvocato delle vittime a Nizza, vi spiegherà concretamente quale tipo di colpa, imprudenza o negligenza può portare all’esonero parziale o totale di responsabilità da parte dell’autore del danno.
La giurisprudenza fornisce diversi esempi.
Ad esempio, la Corte di Cassazione ha stabilito che la vittima che è passeggero volontario di un veicolo e accetta di essere trasportata da un conducente in evidente stato di ebbrezza è in colpa (Cass. Ch. Mixte. 28 gennaio 1972, n. 70-90.072).
In questo caso specifico, i giudici hanno lasciato che la vittima pagasse un quarto del risarcimento per la sua perdita.
È stata ritenuta colpevole anche la vittima che, in stato di ebbrezza, si è tuffata in un fiume e si è ferita toccando il fondo, non avendo controllato la profondità dell’acqua prima di tuffarsi (Cass. Civ 2ème., 29 marzo 2018, n. 17-15.918).
In questo caso, la colpa della vittima esonera completamente il proprietario dell’appezzamento di terreno, compresa la riva.
Va inoltre notato che esistono anche regimi di responsabilità speciali, destinati ad essere applicati in determinate situazioni.
È il caso, ad esempio, delle vittime di incidenti stradali in cui è coinvolto almeno un veicolo a motore terrestre, in cui si applica esclusivamente la cosiddetta “legge Badinter” del 5 luglio 1985.
Più specificamente, la legge Badinter distingue due tipi di danni che danno luogo a risarcimento:
– Danno derivante da lesioni alla persona (A) ;
– danni derivanti da lesioni alle cose (B).
A) Danno da lesione alla persona
Il Badinter Act distingue due tipi di vittime:
– Vittime non conducenti (1) ;
– Vittime della guida (2).
1) Vittime non conducenti
Il paragrafo 1 dell’articolo 3 della legge del 5 luglio 1985 stabilisce che la vittima che non è un conducente non può essere ritenuta colpevole, tranne nel caso di colpa inescusabile.
La colpa inescusabile è definita come “una condotta dolosa di eccezionale gravità che espone il suo autore, senza un valido motivo, a un pericolo di cui poteva essere a conoscenza” (Cass. Civ. 2ème, 20 luglio 1987).
In altre parole, si tratta di una colpa particolarmente grave.
Ad esempio, la colpa inescusabile è stata riscontrata nel caso di un pedone che camminava di notte in stato di ebbrezza su una strada principale priva di illuminazione (Cass. Civ. 2ème., 29 marzo 2018, n. 17-14.087).
D’altro canto, però, non è stata riscontrata la colpa inescusabile per un pedone in stato di ebbrezza che attraversa una strada non illuminata di notte (Cass. Civ. 2ème., 10 maggio 1991).
In realtà, la colpa del pedone è sostenuta molto raramente dalla giurisprudenza.
Recentemente, la Corte di Cassazione ha confermato questo principio consolidato in giurisprudenza
(Civ. 2ème, 21 dicembre 2023, n. 22-18.480).
In questo caso, un individuo stava attraversando una corsia di marcia in sella a uno skateboard.
È stato investito da un veicolo ed è morto a causa delle ferite riportate.
Il conducente del veicolo ha cercato di dimostrare che la vittima aveva commesso una colpa inescusabile saltando sulla strada senza rispettare il semaforo.
Sebbene i giudici di primo grado e d’appello avessero confermato la colpa inescusabile del responsabile del danno, la Corte di cassazione non l’ha fatto.
A differenza dei tribunali di grado inferiore, la Corte di Cassazione è stata particolarmente severa nei confronti del conducente.
Da questa osservazione si può dedurre che, sebbene le condizioni per il mantenimento della colpa inescusabile sembrino particolarmente rigide, i giudici d’appello e la Corte di Cassazione le interpretano talvolta in modo diverso.
Come vittima, quindi, a volte è importante arrivare fino alla Corte di Cassazione per ottenere giustizia.
Maître DAMY, avvocato delle vittime, vi affiancherà in ogni fase della procedura per aiutarvi a ottenere il risarcimento che vi spetta.
Inoltre, il comma 2 dell’articolo 3 della legge del 5 luglio 1985 prevede, in via eccezionale, che alcune vittime debbano essere risarcite in ogni caso.
È il caso di
– Vittime di età inferiore a 16 anni o superiore a 70 anni;
– le vittime la cui incapacità o invalidità permanente sia pari o superiore all’80% e che siano in possesso di un certificato che lo riconosca.
Il paragrafo 3 dello stesso articolo prevede tuttavia un’ultima eccezione per tutte le vittime non conducenti.
Si tratta del caso in cui la vittima abbia “volontariamente cercato di causare il danno che ha subito”.
Si tratta di un caso simile a quello del suicidio manifesto.
2) Vittime non conducenti
Il trattamento delle vittime che guidano e di quelle che non guidano è completamente diverso.
L’articolo 4 della legge Badinter esclude o limita il risarcimento per le vittime che sono conducenti quando hanno commesso una colpa che ha contribuito al loro danno.
B) Danno derivante da danni alla proprietà
L’articolo 5 della legge del 5 luglio 1985 stabilisce il principio secondo cui la colpa della vittima riduce o esclude il risarcimento.
Di conseguenza, la legge del 5 luglio 1985 è particolarmente protettiva nei confronti delle vittime di incidenti stradali che non sono conducenti.
D’altra parte, alle vittime non conducenti si applica un regime di responsabilità più tradizionale.
In ogni caso, e più in generale, resta diritto comune che la colpa della vittima sia causa di esonero totale o parziale dell’autore del danno.