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Limiti di espressione Dieudonné M’BALA M’BALA e Ahmed MOUALEK sono comparsi davanti al Tribunale penale di Parigi il 19 ottobre 2012. Il tribunale ha deliberato sui fondamenti della “libertà di espressione” in quanto questi due individui sono stati accusati di insulto e istigazione a atti razzisti discriminazione per aver parodiato una canzone di Annie Cordy che faceva riferimento agli ShoAhnanas .
Libertà di espressione e suoi limiti: –
Se la Francia è nota per le sue leggi a tutela della libertà di espressione, la corte ha dovuto apprezzare i limiti e la nobiltà di tale principio alla luce di un precedente infelice, il caso Faurisson, e della condanna del comico per “incitamento a atti razzisti o religiosi”. discriminazione, odio o violenza.
È importante ricordare che la libertà di espressione garantisce agli individui la libertà di opinione e di espressione di parlare o agire come meglio credono nelle notizie o sul palco, fermo restando che sono responsabili davanti ai tribunali in caso di diffamazione o insulto. Esistono restrizioni alla libertà di parola per combattere la diffamazione, la calunnia, l’incitamento all’odio e l’incitamento all’omicidio .
Restrizioni alla libertà di espressione e misure antiterrorismo: –
Tuttavia, la censura e la negazione dell’Olocausto (che è punibile penalmente) sono eccezioni a questa libertà. L’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo afferma che “ognuno ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, che include il diritto di essere libero da interferenze per le proprie opinioni e il diritto di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso qualsiasi media” e indipendentemente dai confini.
In effetti, la libertà di espressione non è forse uno dei diritti fondamentali degli individui? Consente alle persone di parlare, scrivere e pubblicare liberamente, con responsabilità per abuso determinata dalla legge. Alcune restrizioni, prescritte dalla legge, sono ritenute necessarie per mantenere l’ordine pubblico e rispettare i diritti e la reputazione altrui.
Un caso particolare da segnalare è quello dell’apologia del terrorismo, punito più severamente dall’entrata in vigore della legge del novembre 2014 relativa alla lotta al terrorismo. La legge ha introdotto reati specifici per i discorsi che glorificano il terrorismo, che in precedenza erano stati coperti dal Press Act 1881. Questi reati sono ora soggetti a un’immediata comparizione in tribunale, con sanzioni rafforzate. Inoltre, fare tali commenti su Internet è considerato un fattore aggravante. La legge ha anche introdotto la possibilità di blocco amministrativo dei siti di propaganda jihadista senza previa convalida da parte di un giudice, misura criticata dai difensori della libertà di espressione.