Tempo di lettura stimato (in minuti)
Il ministro della Cultura e della Comunicazione ha escluso, il 24 agosto, un ritorno alla pubblicità serale sui canali France Télévisions come aveva suggerito il giorno prima il suo omologo al bilancio Jérôme Cahuzac (vedi la nostra notizia del 27 agosto 2012 : France Télévisions: Jérôme Cahuzac non escludere un ritorno alla pubblicità dopo le 20:00).
Così, ha dichiarato a France Inter, che “non si tornerà più alla pubblicità di servizio pubblico dopo le 20”, ricordando che nel suo portafoglio ministeriale c’era anche la comunicazione. E aggiungere che “ci sono altre linee di pensiero, credo. Il ministro delegato al Bilancio può avere idee personali (…), ha mostrato la sua fantasia, in questo caso non ha rispecchiato la posizione del governo”.
Si ricorderà che Jérôme Cahuzac aveva indicato su BFM-TV e RMC che, se la giustizia europea censurasse la tassa sugli operatori di telecomunicazioni che compensa il deficit di 450 milioni di euro creato dalla soppressione dal 2009 della pubblicità sui canali pubblici, avrebbe raccomandare al governo di ripristinarlo.
La Corte di giustizia dell’Unione europea si pronuncerà nella primavera del 2013 e il ministero della Cultura intende per allora difendere con Bruxelles la posizione francese e la necessità di poter perpetuare l’attuale tassazione sugli operatori di telecomunicazioni, ha sottolineato Aurélie Filippetti.
Ecco un bell’esempio di imbroglio governativo….
Società di Avvocati, Maître DAMY , avvocato del foro di Nizza.