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Avvocati a Nizza – Diritto dell’immigrazione
La regolarizzazione attraverso il lavoro è possibile.

Grégory DAMY, avvocato a Nizza, fornisce una panoramica delle possibilità di regolarizzazione previste dalla legge sugli stranieri.

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Regolarizzazione del soggiorno attraverso il lavoro:

Siete cittadini stranieri che hanno appena firmato un contratto di lavoro (a tempo indeterminato o determinato)?

Allora avete diritto a un permesso di soggiorno per la Francia.

Se lavorate, potete chiedere alla prefettura in cui vivete o lavorate di regolarizzare la vostra situazione il più rapidamente possibile.

Se il contratto è a tempo indeterminato, vi verrà rilasciato un permesso di soggiorno per lavoro dipendente.

La durata del permesso è di un anno, rinnovabile.

Se invece avete un contratto a tempo determinato, vi verrà rilasciato un permesso di soggiorno temporaneo fino alla scadenza del contratto.

Ci sono alcune condizioni sine qua non:

– essere in possesso di un contratto di lavoro o di una promessa di lavoro

– vivere in Francia da almeno 5 anni e aver lavorato per 8 mesi nei due anni precedenti alla domanda

– avere una certa padronanza della lingua francese

Una volta soddisfatte queste condizioni, è necessario seguire una procedura.

Si inizia con la compilazione di un modulo cerfa presso la prefettura, allegando vari documenti come un documento d’identità, un documento di residenza o un documento di lavoro.

Le autorità hanno 2 mesi di tempo per rispondere (art. R.421-1 CJA).

Può accettare o rifiutare.

Se vi viene notificato esplicitamente un rifiuto, la prefettura può accompagnare il suo rifiuto con l’obbligo di lasciare il territorio francese.

Il rifiuto può essere impugnato davanti al giudice di pace del Tribunale amministrativo, che si pronuncerà entro 48 ore.

Trascorso questo periodo di 2 mesi, il legislatore ritiene che la mancata risposta dell’Amministrazione equivalga a una decisione implicita di rifiuto della domanda.

Avrete due mesi di tempo per impugnare questa decisione davanti al Tribunale amministrativo della vostra giurisdizione (art. R.421-2 CJA).

Tuttavia, se non vi sono state notificate le procedure e i termini di ricorso, la giurisprudenza “Czabaj” vi concede un ragionevole periodo di ricorso di un anno (cfr. CE, 13 luglio 2016, n. 387763).

Ciò è stato ribadito molto recentemente dall’Alta Corte Amministrativa in una decisione del marzo 2024, in cui il Consiglio di Stato ha specificato che il periodo ragionevole di un anno decorre dalla data in cui il richiedente è venuto a conoscenza della decisione di rifiuto (cfr. CE, 11 marzo 2024, n. 488227).

In caso di difficoltà, non esitate a contattare il nostro studio legale, che sarà in grado di assistervi durante tutta la procedura.